Importanza del trattamento riabilitativo
A fronte di tanta attenzione riservata al trattamento terapeutico con farmaci fa riscontro una negligente leggerezza da parte di tutti, inclusi i pazienti al trattamento riabilitativo che deve esser affidato a personale specializzato, per così dire “dedicato” a questa patologia, pena la vanificazione dei risultati e un possibile peggioramento dei sintomi. Il fisiokinesiterapeuta deve curare di impedire le deviazioni, le deformità e – realizzata la remissione – curare la forza muscolare e il patrimonio muscolare. La funzionalità articolare residua può costituire momento terapeutico nella terapia occupazionale. Deve inoltre esser rimarcato che non esiste un trattamento standard per tutti i pazienti, ma la terapia deve esser ritagliata e commisurata per ciascun paziente come con un abito su misura e trattamenti potentemente risolutivi per un paziente, rivelino una modesta o assente azione su altri: forse l’unico farmaco che costituisce un’eccezione è rappresentato dal cortisone attivo in quasi tutti i pazienti. Questo deriva dalla acquisita conoscenza che uno stesso farmaco può seguire vie di attivazione diverse in relazione alla diversità genetica di ciascun soggetto: è questa un’area di crescente interesse non solo teorico ma di non lontane implementazioni pratiche contenuta nella cosiddetta “farmacogenomica”. La terapia sin qui descritta costituisce quella di base, cioè destinata a modificare il decorso della malattia e la sua capacità di provocare lesioni articolari e non solo, ma essa deve esser complementata dai farmaci Anti-Infiammatori Non Steroidei (FANS) e Corticosteroidi. Sia i FANS, sia i cortisonici, sono di certo in grado di attenuare, o correggere anche completamente in certi casi, lo stato infiammatorio articolare, ma non sono in grado di modificare per nulla l’evoluzione della malattia. Possono esser considerati pertanto validi solo nella correzione dei sintomi specie per superare sintomatologie particolarmente acute.