LES: si cura?
Il LES è al momento non è ancora guaribile, anche se il livello dei successi ottenuti dalla terapia diviene sempre più entusiasmante, sicuramente più incoraggiante di qualsiasi altra malattia del connettivo e di molte artriti: ma molto resta da fare. Attualmente, nonostante la loro antica introduzione nel trattamento, restano validi gli antimalarici che richiedono il controllo almeno una volta all’anno del fundus dell’occhio (Plaquenil), taluni immunodepresori come l’azatioprina, e di più recente estensione anche al LES, anche il metotrexate, mentre la ciclofosfamide (endoxan) resta confinata solo a talune forme, cioè quelle con nefropatia e con infiammazione sistemica dei vasi o nelle forme con maggiore gravità di espressione clinica. Di più recente introduzione nelle forme con serio impegno renale è invece il mofetilato, mentre si va affermando l’uso di un anticorpo monoclonale come il Rituximab (Mabthera).
E’ inutile dire che il farmaco cardine nel risolvere le situazioni più drammatiche resta il cortisone che può essere usato dalle dosi più basse nelle forme lievi sino a posologie molto elevate nelle forme complesse come nei casi con impegno dei vasi del cervello, del polmone, del cuore o nelle forme con comparsa di grave interessamento dei reni. Nonostante le note complicanze a distanza (obesità, diabete iatrogeno, aumento della peluria, strie di smagliature cutanee, alterazioni imprevedibili del tono dell’umore, e soprattutto l’attesa osteoporosi, il cortisone resta un farmaco di irrinunciabile uso in massima parte dei casi e si devono considerare con grande preoccupazione quei pazienti nei quali per la concomitanza di altre condizioni – quali per esempio il diabete – non sia possibile fare ricorso al cortisone. Molti degli importanti effetti collaterali di cui è responsabile il cortisone regrediscono alla sospensione del farmaco. La supplementazione della terapia con calcio e vitamina D è pertanto indispensabile. Molto ridotta al contrario la validità delle indicazione all’uso di farmaci antinfiammatori (FANS e COXIB). La terapia ha lo scopo sia nella fase cronica di malattia e ancor più nella fase acuta di limitare o evitare il danno agli organi colpiti (cuore, rene, cervello etc)
La diagnosi di Lupus è resa difficile dal fatto che la malattia può avere un esordio estremamente atipico subdolo e talora del tutto banale: è fondamentale che il medico ci pensi – di qui la necessità che si tratti di un medico esperto in questa patologia. Il sostegno del laboratorio è importante non solo per la diagnosi, ma anche per definire la forma clinica e il, successivo decorso, e, non ultima, per prevenire possibili complicazioni della malattia. Il paziente e le persone sane devono sempre tener presente che il LES non è contagioso e la sua stessa ereditarietà è molto molto modesta, quindi non esiste se non un rischio potenziale nei parenti e nella discendenza, anche se questa ereditarietà (anche per malattie correlate con il LES come la sindrome da anticorpi anticardiolpina) è sicuramente maggiore che la ereditabilità che si verifica nell’artrite reumatoide