Farmaci “biologici” o innovativi
Si tratta di una classe di farmaci che hanno determinato una svolta epocale nel trattamento non solo nelle artriti, agendo sul area chiave del meccanismo delle lesioni delle malattie.
E’ ormai un decennio che sono stati introdotti nella terapia delle artriti dei farmaci erroneamente indicati come biologici, con termine improprio che trae in inganno il profano che ritiene si tratta di rimedi per così dire “naturali” come agrumi o verdure coltivati senza additivi chimici. Si tratta invece di molecole destinate a colpire con meccanismo che si potrebbe definire “intelligente” la cascata degli eventi biologici che determina la progressione della infiammazione la sua cronicizzazione e la comparsa di danni e lesioni da questa provocati non solo a livello della articolazione, ma anche di altre strutture come vasi etc.
La classe di farmaci storicamente più antica e pertanto più collaudata è costituita dalle molecole antiTNF, dirette contro questo fattore (tumor necrosis factor alfa, inizialmente noto come fattore di distruzione non solo di cellule tumorali, ma anche responsabile della formazione di formazioni granulomatose destinate a inglobare e neutralizzare sia batteri come quello della tubercolosi che funghi (asperigilli o altri) e in generale a svolgere funzioni difensive ad ampio spettro. Di qui scaturisce una conseguenza relativamente giustificabile e attesa e cioè che questi farmaci riducono la capacità generica dell’organismo di difendersi dalle infezioni. E’ stato d’altro canto dimostrato che il TNF-a è marcatamente aumentato nell’organismo in corso di molte condizioni infiammatorie e quindi non solo artriti.
I farmaci di questa classe a tutt’oggi validamente attestati nell’armamentario terapeutico della terapia delle artriti sono in ordine di comparsa storica nel mercato l’infliximab (®REMICADE), l’etarnecept (®ENBREL) e l’adalimumab (®HUMIRA). Il numero dei casi trattati in tutto il mondo ormai si aggira in diverse centinaia di migliaia sia per artriti che per patologie diverse; sono note le reazioni avverse più frequenti che però nel complesso non minano la sicurezza dei farmaci a patto di esercitare una stretta sorveglianza medica. Le più frequenti restano le possibili complicanze infettive sia per forme di nuovo insediamento nell’organismo che per riacutizzazione di altre rimaste obsolete e silenti prima fra tutte la tubercolosi. Il rischio neoplasie pare invece pressocchè trascurabile e paragonabile a quello della popolazione normale. Tutte e tre le molecole hanno mostrato caratteristiche di risultati, di efficacia tolleranza e sicurezza grosso modo sovrapponibili; non tutti i pazienti hanno benefici, si tratta di terapia che durano a lungo, una percentuale variabile di pazienti in relazione alla malattia riescono a raggiungere una condizione clinica che consente la sospensione dei farmaci, che si sono mostrati capaci di fermare le distruzioni articolari. Per tutti i e tre i farmaci è altamente consigliabile la terapia concomitante con metotrexate che ne esalta l’efficacia senza ridurre la sicurezza
L’infiammazione in generale è governata da diversi mediatori e probabilmente nei diversi individui varia la rilevanza di un mediatore rispetto ad un altro: su base genetica.
Un’altra classe di farmaci che dovrebbero esser chiamati innovativi sono quelli rivolti contro altri mediatori ubiquitari della infiammazione e cioè le interleukine (IL), di cui sono note un gran numero, attive in diverse fasi della infiammazione. Il primo farmaco immesso poco felicemente nel mercato era una molecola rivolta contro l’interleukina 1 (IL-1), mentre assolutamente efficace e promettente appare la molecola rivolta contro un’altra interleukina la IL-6 il Tocilizumab (anti-IL6-®ACTEMRA), dotato di buona maneggevolezza e sicurezza, da usarsi quando gli antiTNF-a abbiamo dimostrato inefficacia o reazioni indesiderate Altre molecole attive e ormai ampiamente usate nella terapia dell’artrite reumatoide sono l’Abatecept (®ORENCIA) che con un meccanismo molto sofisticato blocca la interazione e la intercomunicazione fra talune cellule che governano la risposta immunitaria e ce mostra una bassa capacità di facilitare le infezioni e che dovrebbe esser usato nei casi che siano apparsi resistenti agli antiTNF-a ed ancora un’altra molecola, il Rituximab (®MABTHERA) già in uso da tempo nel trattamento di talune forme di leucemia e che agisce provocando un crollo dei linfociti B produttori di anticorpi e di fattori che generano la collaborazione fra cellule.
Un gran numero di nuove molecole si sta affacciando nell’area terapeutica delle artriti, talune ancora in fase sperimentale, altre in fase di sperimentazione sull’uomo molto avanzata e con risultati promettenti. E’ però chiaro che dei molti farmaci attesi solo pochi entreranno o resteranno nel mercato, mentre è prematuro considerare del tutto obsoleti e superati i farmaci tradizionali o convenzionali.
Si deve infine sottolineare che – per quanto riguarda i farmaci innovativi o Biologici – si tratta di molecole fornite di rischi potenziali che richiedono monitoraggio e e accurata selezione dei pazienti, che a loro volta, anche in caso di risultati “miracolosi” mai devono perdere il contatto con i medici che hanno prescritto il farmaco.