COVID-19 “MA GLI ANZIANI NON SONO SOGGETTI A SOVRANITÀ LIMITATA”

Si sente ripetere con allarmante insistenza dai media che, per il completamento della fase 2 , cioè il piano di rientro alla normalità limitata , il Governo intenderebbe adottare lo stesso criterio informatore su cui sta lavorando il Governo di Israele: tale piano prevederebbe il rientro verso la normalità, avendo come punti di riferimento i due parametri: tipologia di lavoro ed età anagrafica dei cittadini.

SOGGETTI FRAGILI – In questo piano, ultimi a rientrare a tale normalità limitata (senza nemmeno una definizione temporale del ritardo rispetto alle altre categorie) viene indicata la categoria degli “anziani” in quanto “soggetti fragili”. Sembra quindi che l’unico criterio informatore sia stato quello di qualche millennio addietro di Terenzio “Senectus ipsa morbus”.
In via preliminare resta da definire cosa debba intendersi per soggetti fragili. Soggetti non autosufficienti? O invece soggetti fragili solo perché in età avanzata sic et simpliciter? E perchè non includere anche individui in giovane età con serie patologie cardiache, polmonari, generali neurologiche , metaboliche etc .? E perchè non includere anche soggetti in condizioni di depressione immunitaria per una malattia o per terapia con immunodepressori ed ancora , sicuramente non ultimi, pazienti neoplastici sotto chemioterapia? Si tratta di grossi numeri che riguardano una quota parte anche della popolazione lavorativa. Peraltro relativamente al solo fattore anagrafico, va ricordato che casi COVID gravi , spesso mortali, sono occorsi in giovani e in età matura in perfette condizioni fisiche o addirittura atleti attivi ( vedasi il paziente 1!).

Torniamo invece alla ipotizzata procrastinazione del ritorno alla ” normalità limitata” per gli anziani , i quali continuerebbero una ingiustificata quarantena specie se non definita nel suo orizzonte temporale. Un corpo di evidenze scientifiche in continua crescita , alla base delle seguenti affermazioni, rende ingiustificabile la ipotesi di procrastinare la data di uscita dalla fase 2 dei soggetti anagraficamente definiti anziani e quindi soggetti fragili; anziani mantenuti in ambiente confinato e deprivati della possibilità di fare movimento, ( vale a dire, verosimilmente sedentarizzati di fronte allo schermo TV) vanno incontro ad un silenzioso ma progressivo aumento del rischio cardiaco e vascolare strettamente collegato alla persistente sedentarietà, con aumento di infarti ed ancor più ictus ,
oltre che peggioramento delle patologie metaboliche diabete etc.

PROCESSI COGNITIVI – La mancanza di movimento fisico e di contatto sociale con altri individui
( che si realizzerebbe con la restrizione domiciliare) induce un deterioramento dei processi cognitivi degli anziani, come dimostrati solo dopo breve soggiorno in ambiente RSA ( demenza senile , Halzheimer etc) l’anziano, per la stessa fragilità della condizione senile, ha già una certa tendenza alla depressione, che sarebbe aggravata dal rimanere isolati anche se nel proprio ambiente domestico,
condizione non meno importante nei tempi brevi resta la instabilità nella deambulazione che si sviluppa progressivamente ed ineluttabilmente in soggetti anziani rimasti a lungo in ambienti confinati , quando vengano nuovamente immessi in spazi aperti: questa condizione di instabilità deambulatoria acquisita, si traduce in facilità di cadute con conseguenti fratture di femore: evento spesso esiziale in quella età.

A latere vanno poi fatte altre considerazioni extramediche: esiste una quota non trascurabile di
anziani che, anche in tarda età , svolgono attività professionali intellettualmente impegnative e gratificanti (imprenditori, liberi professionisti etc): costoro ne sarebbero impediti con serio nocumento della salute fisica e mentale gli anziani fanno parte spesso della organizzazione logistica familiare : accompagnare i nipoti a scuola e sbrigare pratiche di figli impegnati al lavoro etc. Funzione preziosa che viene negata da questa costrizione domiciliare!

RESTRIZIONE – Resta ben inteso che misure di protezione individuali (DPI), sociali (distanziamento) e proibizione dell’agglomeramento dovranno essere rigorosamente osservate. Con la presente intendo richiamare l’attenzione sulla prospettiva niente affatto inverosimile di una attuazione precipitosa ed approssimativa di una tale restrizione, nelle pieghe di un ennesimo decreto della Presidenza del Consiglio. Questo orientamento allarmante pare confermato dalla affermazione qualche giorno addietro delle Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen la quale sostiene “gli anziani in casa sino a dicembre prossimo”!
* Specialista in Reumatologia e Innunologia Clinica